PETER FISHER: Presidente Ospedale Omeopatico di Londra

SCOMPARSA DI PETER FISHER

Il 15 Agosto è mancato improvvisamente il Dr Peter Antony Goodwin Fisher. Nel corso della sua breve vita (era nato il 2 settembre 1950) ha tracciato un solco profondo di cambiamento nella Medicina Omeopatica applicando una estrema e precisa attenzione ai canoni del linguaggio e della metodologia scientifica, pur appartenendo alla più solida ed antica tradizione del Regno Unito ( come molti suoi predecessori è stato medico della corte reale ed in particolare della Regina Elisabetta II).
Ha legato la sua vita professionale per 35 anni al Royal London Hospital for Integrated Medicine (in precedenza denominato Royal London Homoeopathic Hospital), il più importante centro per la medicina integrata in Europa, in cui
negli ultimi 22 anni ha rivestito la carica sia di direttore della divisione clinica che di direttore della ricerca.
Peter Fisher è stato inoltre membro del comitato consultivo di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla medicina tradizionale e complementare e ha presieduto il gruppo di lavoro dell’OMS sulla medicina Omeopatica, ha inoltre collaborato sempre con generosità ed impegno con ECH e LIGA.
Negli ultimi 25 anni ha lavorato come redattore capo della rivista Homeopathy, l’ unico periodico relativo alla medicina omeopatica indicizzato su Medline (Medical Literature Analysis and Retrieval System Online), cioè sul database di ricerca medica della National Library of Medicine degli Stati Uniti, considerato il gold standard della ricerca medica pubblicata. Nel suo duplice ruolo di redattore della rivista e di autore di numerosi studi pubblicati, ha cercato, ed in parte è riuscito, attraverso l’utilizzo dei metodi più rigorosi della scienza, a creare i presupposti per una migliore e più seria considerazione e valutazione da parte del mondo scientifico.

Formatosi all’Università di Cambridge, Peter era inoltre specialista in Reumatologia e membro del Royal College of Physicians, la più antica società medica del mondo. È stato anche membro della Faculty of Homeopathy of the United Kingdom (fondata nel 1844 e resa istituzionale da un atto del Parlamento britannico nel 1950) che ha sedi in diverse nazioni, tra cui l’Italia. Proprio in qualità di direttore dell’Associazione Omeopatica Dulcamara, centro per la formazione della Faculty per l’Italia, incontrai parecchie volte Peter… in alcune di queste in realtà non trovammo spesso un accordo sulle diverse visioni ed esperienze relative all’uso dei repertori ed alla attenzione allo studio per famiglie ed ai cosiddetti piccoli rimedi….. invece in uno dei nostri incontri, rigorosamente davanti ad una tazza di english tea, vista la sua attenzione salutista non sempre condivisa da noi colleghi italici, mi raccontò l’origine del suo innamoramento per la medicina Omeopatica: iniziò curiosamente con un viaggio in Cina come studente di Medicina pochi mesi dopo la visita del presidente americano Nixon e la conseguente apertura delle frontiere agli stranieri: gli capitò di poter presenziare ad un intervento chirurgico di gastrectomia parziale su una paziente distesa sul tavolo operatorio, cosciente, la cui sola anestesia era fornita da tre aghi nella zona auricolare.
Mi disse Peter: ” Ho pensato da bravo studente universitario: se non ce lo hanno insegnato a Cambridge non è possibile, è un trucco….ma invece i miei occhi mi dicevano esattamente il contrario!!!.” E continuò: ” In seguito mentre cominciavo ad avere dubbi ed interrogarmi sulla presunta incrollabile unicità della medicina accademica ebbi per mia sfortuna una grave patologia per la quale vari cattedratici consultati giunsero ad una diagnosi precisa concludendo poi con questa frase: una soluzione è difficile, si può fare poco nel tuo caso se non a livello sintomatico. Fu allora che un amico mi consigliò di rivolgermi ad un omeopata, cosa che feci all’ inizio senza convinzione ed a malincuore visti i pregiudizi che mi avevano inculcato all’università: dopo un esame attento mi diede una dose di granuli e inaspettatamente ebbi un terribile aggravamento, dunque cominciai a sospettare che non era solo placebo!!!! Progressivamente nel tempo migliorai ed iniziai allora a studiare questa strana medicina, l’Omeopatia!!!”.

Peter è stato sempre molto attento alla ricerca ed al ruolo dei ricercatori in campo omeopatico, ed un paio di volte mi apostrofò un po’ bruscamente come esponente degli omeopati italiani dicendomi che in Italia avevamo ed abbiamo ottimi clinici ed ottimi ricercatori, Paolo Bellavite su tutti, ma una incapacità cronica ed antica a fare squadra, e purtroppo non potevo certo contraddire questa sua affermazione…
L’ultima volta che ci incontrammo mi raccontò nel poco tempo a disposizione dell’intenzione di concentrare gli studi suoi, della rivista e della Faculty da un lato su una super meta-analisi complessiva mondiale di tutte le sperimentazioni, RCT (studi controllati randomizzati), studi prospettici, di coorte, osservazionali e pubblicazioni in campo omeopatico e dall’altro sul potenziale terapeutico dell’omeopatia nelle malattie pandemiche / epidemiche ponendo attenzione per esempio a recenti studi effettuati a Cuba, Brasile e Malesia su febbre dengue.

Un cenno finale lo vorrei riservare ad una domanda che da più parti, ed anche da me, gli era stata sottoposta negli ultimi anni visto il suo ruolo di “pontiere” con la comunità scientifica internazionale, cioè : “Pensi che la comunità scientifica potrà un giorno accettare la Medicina Omeopatica?” Peter più volte fornì la stessa risposta: “Bene, penso che dipenda in gran parte da noi: c’è un enorme pregiudizio nei nostri confronti che sembra aver avuto origine da varie ragioni psico-sociali-geopolitiche ma che noi abbiamo purtroppo storicamente contribuito a sostenere; vorrei pensare ad un’ interpretazione della situazione attuale come ad una prima fase reattiva di una rivoluzione scientifica: la Medicina Omeopatica è perseguitata di fatto perché è un nuovo paradigma che sta minacciando l’ordine stabilito … una rivoluzione scientifica nel senso di Thomas Kuhn”.

Peter ha lasciato questa terra sulla sua amata bicicletta a causa di un incidente stradale….. molti anni fa un ottimo scrittore e giornalista sportivo, Gianni Brera, pronunciava in questi casi una frase che mi è sempre suonata commossa ed insieme rispettosa: “che ti sia lieve la terra, caro Peter”.
Un pensiero particolare a sua moglie Nina ed alle sue due figlie.

Flavio Tonello

Mr. Peter Fisher from London is made an MBE by Queen Elizabeth II at Buckingham Palace.Picture date: Friday February 12, 2010. (Photo by Lewis Whyld/PA Images via Getty Images)